RICORSO: DUECENTOCINQUANTAMILA ELETTORI ESCLUSI DALL’EUROPA.

Una soglia incostituzionale e inutile per la governabilità ha escluso la rappresentanza ecologista di Green Italia-Verdi Europei dal parlamento Europeo. Presentato il ricorso. 


Estratto dell'articolo di Gianfranco Mascia sulle elezioni europee 2014 dal sito www.verdieuropei.it 

A Luglio i rappresentanti della lista Green Italia-Verdi Europei hanno presentato ricorso al TAR del Lazio, con cui sono stati impugnati i provvedimenti di proclamazione degli eletti al Parlamento europeo. La proclamazione, applicando la soglia di sbarramento del 4% per la ripartizione dei seggi, ha comportato l’esclusione degli oltre 250.000 elettori di Green Italia-Verdi Europei dalla rappresentanza politica in Europa.
Secondo Angelo Bonelli, Monica Frassoni, Fabio Granata e Maurizia Giusti (conosciuta ai più come Syusy Blady) – ovvero i candidati ecologisti che hanno conquistato il maggior numero di voti nelle rispettive circoscrizioni, e che sono fra i sottoscrittori del ricorso, patrocinato da un pool legale composto fra gli altri dagli avvocati dello Studio Passalacqua di Roma e dall’avvocato Felice Besostri - lo sbarramento del 4% per le Elezioni europee non solo violerebbe la Costituzione italiana ma sarebbe in palese contrasto con i Trattati europei, ed in particolare col Trattato di Lisbona. Al ricorso presentato dai candidati si affianca, poi, un ricorso presentato da alcuni privati cittadini, che agiscono anche in veste di cittadini dell’Unione Europea, assumendo che il loro diritto alla rappresentanza sarebbe stato ingiustamente leso dallo sbarramento del 4%. D’altronde il Tribunale civile di Venezia, con una decisione di poco precedente all’ultima tornata elettorale, ha già rinviato gli atti alla Consulta affinché si pronunci sulla legittimità di detta soglia.

Come annunciato all’indomani delle ultime Elezioni europee, che hanno visto il ritorno di un simbolo ecologista sulle schede elettorali, comincia così la battaglia di elettori e candidati a difesa della legalità costituzionale e dei principi di uguaglianza e partecipazione democratica garantiti anche dai Trattati europei. La soglia di sbarramento al 4% non è infatti giustificata, in sede europea, da alcuna esigenza di “governabilità”, e produce effetti gravemente distorsivi della rappresentanza tra gli stessi cittadini europei titolari di diverse cittadinanze nazionali. D’altra parte lo sbarramento non solo è anacronistico, perché fondato sulla vecchia concezione del Parlamento europeo come assemblea dei rappresentanti degli Stati (e non dei cittadini), ormai superata dal Trattato di Lisbona, ma è stato abolito in quasi tutti i Paesi dell’Unione, compresa la Germania, dove due diverse sentenze della Corte costituzionale hanno dichiarato illegittima la soglia prevista – prima al 5% e poi al 3% – dalla legge elettorale tedesca per l’elezione dei parlamentari europei.