RELAZIONE INTRODUTTIVA ALL’ASSEMBLEA DELL’ASSOCIAZIONE DEGLI ECOLOGISTI E RETI CIVICHE VERDI EUROPEI DI MONZA BRIANZA DEL 13 DICEMBRE 2012

Il nostro Paese e la Brianza affrontano la crisi attuale, da alcuni definita come la più grave dopo quella del 1929, senza strategie di respiro e lungimiranti. Se, a livello nazionale, la politica del rigore della “agenda Monti” è, nei frangenti attuali di crisi finanziaria, inevitabile, molto più opinabili sono le ricadute vessatorie di questa rispetto alle categorie più deboli e la scarsa attenzione data sinora ai temi dello sviluppo e della protezione ambientale (malgrado qualche significativa eccezione, a partire dalla proposta di legge nazionale sul consumo del suolo).


A livello locale invece sembra delinearsi, in particolare nel capoluogo provinciale, un pericoloso continuismo tra politiche del centrodestra e scelte urbanistiche operate dal centrosinistra, basate sull’esigenza di “far cassa” attraverso la politica del mattone.

L’economia in Brianza, anche per la forte internazionalizzazione di un gruppo di imprese d’avanguardia, grandi e piccole, sembra più vitale che altrove, sottostando  nel bene e nel male agli effetti della globalizzazione. Il male di questa sono le delocalizzazioni (caso Solarday, ad esempio), l’esigenza di nuovo consumo di suolo sul quale puntano aziende (casi Bames-Sem a Vimercate; Lamplast a Arosio, Giussano, Verano ) ed enti locali (vedi vicenda nuova Esselunga a Monza) e il mito del bisogno di nuove grandi opere. Come l’autostrada Pedemontana che, oltre a essere distruttiva e a nascere vecchia, riesce solo a impegnare preziose risorse finanziarie per  riparare i danni  che questa produce, ad esempio sulla rete idrica  (7.600.000 € …) .

Alternative c’erano e non sono state volutamente perseguite. Facciamo un esempio significativo. La Lombardia, diversamente da altre regioni (es.Piemonte), è stata sostanzialmente inadempiente rispetto alla normativa nazionale che, per garantire che lo sviluppo produttivo si coniughi con ecologia e gestione oculata del territorio, dal 1998 prevede che le regioni promuovano le cosidette APEA (Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate) dove le aziende possano collocarsi. Questo avrebbe potuto fare, e sinora non hanno fatto né Regione Lombardia, né la Provincia di Monza e Brianza che poteva ricavarsi un ruolo in tal senso; mentre, del resto, non ci  risulta che al momento il Comune di Monza si stia muovendo in tale direzione per quanto riguarda le aree dismesse del suo territorio.

Come eco civici di Monza e Brianza in tutti i momenti di confronto politico di questo periodo abbiamo evidenziato la centralità dell’elaborazione e del dibattito programmatico. Questo, per il nostro movimento politico, necessariamente deve inserirsi nella prospettiva, insieme politica ed etico-culturale, della conversione ecologica della società lombarda, della tutela ambientale (a partire dallo stop del consumo di suolo) e della creazione di nuovi posti di lavoro attraverso la reindustrializzazione verde e la promozione di un tessuto eco industriale lombardo competitivo su scala mondiale. Alla prospettiva economica va accoppiata l’esigenza della riduzione dell’impronta ecologica della Lombardia attraverso l’educazione e la diffusione tra i cittadini di uno stile di vita responsabile ed ecologicamente sostenibile.

E’ sicuramente necessario proporre per il governo della regione Lombardia personalità dalle nobili motivazioni e principi, come certamente è il candidato Presidente del Patto Civico Umberto Ambrosoli. Ma è anche indispensabile disporre di una proposta programmatica organica, che contenga un insieme di articolate politiche pubbliche regionali realmente innovative e coraggiose; un modello di governance non più autoreferente e spettacolarizzato ma partecipativo; un diverso disegno del management delle risorse umane della struttura regionale; una allocazione dei fondi di bilancio che rompa con il passato e che sia coerente con il progetto di nuova Regione che viene proposto. Sarà anche necessario dire con chiarezza come è possibile costituire uno stock di nuove risorse finanziarie da finalizzare a investimenti ambientali e sociali. Nuove risorse che possono essere ricavate da un uso della fiscalità regionale coerente con il principio “chi inquina paga” (es. accisa regionale sulla benzina) e da una sistematica forte iniziativa rivolta all’acquisizione di risorse di origine comunitaria.  

L’impegno culturale e politico degli Ecologisti e Civici di Monza Brianza a riguardo non mancherà e, del resto, già si manifesta nella partecipazione al gruppo di elaborazione programmatica del coordinamento regionale di verdi e ecocivici della Lombardia che sostiene il confronto da questi aperto con il Patto Civico di Umberto Ambrosoli.
Le elezioni in Lombardia, sia che queste rappresentino un anticipo piuttosto che una parte della competizione elettorale italiana della prossima primavera, sono una scadenza importante per il nostro movimento, che nelle elezioni monzesi 2012 ha avuto il suo “battesimo” politico.
Ci impegneremo affinché queste siano occasione per rivolgere ai cittadini di Monza Brianza proposte, di livello regionale e nazionale, che comunque comunichino anche risposte concrete per problemi e esigenze locali, come la crisi aziendale dell’industria fotovoltaica Solarday di Mezzago e MXGroup di Villasanta e il rilancio nell’ambito locale di Monza Brianza della politica dei parchi.

E’ dunque a questo livello di seria elaborazione programmatica che auspichiamo si configuri il dibattito politico nazionale degli eco civici in occasione dell’assemblea del 16 dicembre a Roma. Si tratterà in quella sede di evitare ogni sterile dibattito esclusivamente centrato su furori ideologici “anti agenda Monti”, concentrandosi piuttosto sulla proposta di alternative fondate e praticabili di sviluppo sostenibile e inclusivo.

Il nostro movimento dovrà dotarsi sia di una struttura democratica, partecipata e federata a livello di soggetto politico, come di una leadeship interna all’altezza del compito qui delineato.