TAGLIO ALBERI: LE RICHIESTE DEGLI ECOLOGISTI ARRIVERANNO IN REGIONE E SENATO

Gli Ecologisti e Civici Monza e Brianza che per primi hanno portato alla luce questa vicenda, si sono già rivolti al Presidente del Parco valle del Lambro e al Sindaco Comune di Triuggio che al momento restano in silenzio. Evasive invece le risposte date dalla locale Amministrazione Comunale a Lista per Biassono. Ora sarà chiamata a rispondere la Regione e la questione potrebbe arrivare in Senato per quanto riguarda le responsabilità di livello ministeriale e di Ferrovie dello Stato.


La manifestazione di protesta  sulla vicenda dell’abbattimento degli alberi alla stazione di Triuggio della linea ferroviaria Lecco-Monza che si è svolta sabato 6 giugno ha colpito gli organi di informazione della provincia. Si è ricordato che già prima di Triuggio il problema aveva interessato anche la stazione di Macherio-Sovico lungo  la linea ferroviarie Seregno-Carnate. Ora questo ulteriore danno ambientale e paesaggistico potrebbe non essere l’ultimo se le stesse modalità saranno applicate ancora e pedissequamente lungo  le linee ferroviarie citate (e su qualsiasi linea ferroviaria italiana...).

Un decreto del presidente della Repubblica  del 1980, il n. 753, vieta  sì di far crescere piante che possono interferire con la linea ferroviaria, ma in questo caso non è stata data nessuna spiegazione sulle motivazioni degli abbattimenti e comunque il decreto non può essere applicato retroattivamente per quanto riguarda le piante (come gli ex-abeti di Triuggio) cresciute prima dell'adozione del DPR nel 1980.

Le Ferrovie dello Stato, a fronte di tale decreto,  chiedono ai Comuni di intervenire indiscriminatamente: la richiesta è stata applicata alla lettera con gravi conseguenze. Trenord ha dichiarato di non avere responsabilità sugli abbattimenti di Triuggio.

Gli Ecologisti rilanciano: serve un inchiesta per comprendere le responsabilità e una revisione di queste norme palesemente distruttive più che preventive. Chiediamo anche che siano predisposti un piano d’area della gestione a ridosso delle stazioni del verde ornamentale e forestale e un piano di restauro naturalistico partecipato con i cittadini ed i Comuni e che comunque ciascuno questi si doti del regolamento comunale del verde urbano (che Triuggio e Biassono, ad esempio, non hanno adottato, rendendo il Comune impotente di fronte a comportamenti distruttivi del verde come quelli verificatisi a Triuggio il 25 maggio scorso).

La città di Bruxelles è fiera di avere un tram che, partendo dal centro, attraversa il cuore di una foresta. In Italia siamo incapaci di contemperare le esigenze di sicurezza con quelle naturalistiche e  paesaggistiche.