SPECIALE MONZA E BRIANZA SOTT'ACQUA

Alluvione: cosa è andato e cosa no, c’è comunque molto da fare. La discussione è ancora viva. Un problema che purtroppo è sempre più frequente. Ma viene affrontato nel modo giusto? Sia nel momento dell’emergenza e che nella fase di prevenzione del problema? Cosa ne pensano i cittadini della provincia di Monza e Brianza?

Le alluvioni sempre più frequenti sono le conseguenze del cambiamento climatico al quale va posto un freno. Oltre ad essere un pericolo, rappresentano un grave costo per la nostra società.
Il ripetitivo dibattito sulla carenza di pulizie di fiumi e fognature genera spesso confusione. Gli ambientalisti generici sono accusati di non voler far pulire i fiumi. In realtà la componente naturale è fattore di diminuzione della portata e della velocità dell’acqua. La conservazione del suolo libero, e quindi delle aree di sfogo, è evidentemente un fattore che riduce i danni.

Nell’emergenza dei giorni scorsi si è potuto rilevare qualche segnale positivo: A Monza il posizionamento di paratie e barriere si è riusciti ad attenuare i disagi. I mezzi in dotazione al tanto benemerito quanto bistrattato corpo dei Vigili del Fuoco non sono certamente il meglio che il progresso tecnologico oggi mette a disposizione. Poteva essere maggiore la disponibilità di sacchi di sabbia e più efficace la loro distribuzione.

In Provincia l’informazione continua sulla situazione ha sicuramente  aiutato la cittadinanza dal punto di vista pratico La protezione civile si è dimostrata pronta all’intervento. BrianzaAcque, nella gestione delle criticità sulla rete fognaria, non è riuscita a coprire adeguatamente l’emergenza.


La politica locale come si è comportata? Oltre all’informazione pratica e alla gestione dell’ordine pubblico, il confronto con la cittadinanza dovrebbe svilupparsi su un altro livello. Sono state avviate, giustamente, le procedure di richiesta danni per calamità naturale.  Ma le cause sono state adeguatamente considerate? In passato sicuramente no, dato che sono stati realizzati parcheggi sotterranei in zone del centro cittadino inevitabilmente soggette ad essere allagate in caso di forte alluvione del Lambro e si sono aperti cantieri a pochi passi dall’alveo del Lambro se non addirittura a filo della sponda del fiume,  come quello di via Zanzi che si è ovviamente allagato. Non tutti i danni quindi sono da imputare all’evento eccezionale: molti sono stati generati da scellerate decisioni ed erano sicuramente evitabili.


Il tema della riduzione del consumo del suolo è esemplificativo della necessità di un approccio ecologico alle scelte politiche. La politica tradizionale cercava l’equità sociale con soluzioni economicamente realizzabili. Attualmente questa visione bidimensionale si è ulteriormente ridotta alla valutazione della pura componente economica. E’ ancora lontana l’indispensabile visione tridimensionale che fonde realizzabilità, equità e sostenibilità ambientale. Anche nelle migliori ideali, quindi, avremo case e lavoro ma continueremo sempre ad andare sott’acqua e a soffocare per l’inquinamento.
LdA