DISASTRO LAMBRO COME DISASTRO COSTA CONCORDIA? TUTTA COLPA DEL TIMONIERE…

Intervista a Roberto Albanese, Presidente Ecologisti Reti Civiche Verdi Europei di Monza Brianza e già responsabile del “Comitato dei cittadini del fiume” costituitosi nel 2010 dopo il disastro Lombarda Petroli

Roberto Albanese, facciamo con te il punto  di come (se la sentenza non verrà impugnata) sembra essersi conclusa la vicenda giudiziaria del disastro ambientale Lombarda Petroli del febbraio  2010.  Il Tribunale di Monza, con sentenza del 22 ottobre 2014, ha i inflitto 5 anni di reclusione per disastro doloso in concorso con ignoti a Giorgio Crespi, custode dell’ex-raffineria dismessa. Assolti invece dall’accusa di disastro doloso “per non avere commesso il fatto” i cugini Giuseppe e Rinaldo Tagliabue e il direttore Vincenzo Castagnoli.

Condannato a 1 anno di reclusione con la pena sospesa e la non menzione della condanna sul certificato penale Giuseppe Tagliabue. Ma unicamente per falso nelle attestazioni sulle quantità di prodotti depositati nei serbatoi (ma solo per il periodo dopo il 2007, perché per il periodo precedente i reati sono prescritti) e violazione delle normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Giuseppe Tagliabue è stato anche condannato (insieme al responsabile civile, la società Lombarda Petroli) al risarcimento dei danni all’Agenzia delle Dogane.

Quali sono i tuoi commenti a caldo, Roberto?

Con la sentenza del Tribunale di Monza del 22 ottobre 2014 la vicenda disastro Lombarda Petroli sembra concludersi in modo simile a quello che capitan Schettino auspica per  la vicenda del naufragio  Costa Concordia: tutta colpa del timoniere, in questo caso del custode dell’impianto di stoccaggio idrocarburi a Villasanta.

Ma la sentenza del Tribunale di Monza, a mio avviso,  pone comunque dei gravi interrogativi.  Individuato l’ecokiller del Lambro nel guardiano, chi è il mandante? Quale il movente? Il fatto che sinora non si trova risposta a questi interrogativi è gravissimo e inevitabilmente provocherà nuova sfiducia popolare verso le istituzioni.

Quindi tutto inutile, buio pesto a 360 gradi?

No, questo no. Se non sappiamo chi è stato il mandante, sappiamo però chi sono stati coloro che hanno armato colui che viene additato come il responsabili del delitto ambientale. Questa responsabilità a mio risale con evidenza alla proprietà e alla dirigenza che gestiva impianto.  Sono i cugini Tagliabue,  comunque infrangendo la legge in quanto a Villasanta sono stati stoccati idrocarburi oltre il consentito (come riconosce la sentenza),  ad aver posto nelle mani del killer un revolver potente, e non certo  una “pistola scacciacani”, che alla fine costui avrebbe usato. Perché quando noi al volante di un’auto accidentalmente investiamo un pedone siamo responsabili dell’avvenuto e invece in questo caso i Tagliabue no?

Tu evidenzi che oltre ad una responsabilità giuridico / penale esiste una responsabilità etica dei Tagliabue. Ci spieghi cosa vuol dire?

Se dall’ambito giuridico / normativo transitiamo a quello etico, è evidente che i cugini Tagliabue hanno commesso una grande mancanza dal punto di vista dell’etica di responsabilità,  avendo snobbato il dare una oculata attenzione alla gestione del loro impianto di stoccaggio idrocarburi a Villasanta. La sentenza invece, e questa per me è una vera aberrazione dal punto di vista etico, carica tutta la responsabilità e l’onere del risarcimento del danno (circa 7 milioni di Euro) su un “povero diavolo di colluso” con non si sa bene con chi. Siamo di fronte ad una patente ingiustizia…

Che conclusione ne trai?

Credo sia plausibile ritenere che il disastro Lombarda Petroli  sia avvenuto perché i Tagliabue, avendo ormai da tempo trasferito la gran parte dei  loro consistenti  interessi economici in Toscana, in campo agricolo, abbiano rinunciato ad esercitato seriamente il loro ruolo di imprenditori industriali, permettendo che la situazione dei loro siti produttivi degenerasse, e quindi alla fine lasciando in Brianza solo guasti, prima a causa delle emissioni nell’aria (potenzialmente cancerogene …) della raffineria e poi per la vicenda “onda nera” nel Lambro. Di qui la  necessità che la sentenza venga impugnata, ritornando  sulla corresponsabilità dei Tagliabue nel disastro e nelle dimensioni di questo, come responsabilità oggettiva.

Quali azioni personalmente intendi intraprendere?

Ribadisco che, per quanto riguarda il danno ambientale, con la legge 6 agosto 2013, n. 97 (cd. legge europea 2013) che recepisce la normativa europea, la responsabilità per danno ambientale è diventata oggettiva, e non più per solo dolo o colpa. Come proprio si tratta nel caso della Lombarda Petroli. Perché invece il giudice ha ritenuto di non applicare tale legge? Ovviamente non posso saperlo, non essendo in possesso della sentenza. Procederò quindi a fare richiesta di essere ricevuto dal Procuratore capo del Tribunale di Monza di Monza, Corrado Carnevali, anche perché intendo sollecitare la Procura a prendere in seria considerata la possibilità di ricorrere in appello. Mi auguro che alti responsabili istituzionali, come il Sindaco di Monza Scanagatti (che si è giustamente “scandalizzato” senza però far nulla per reagire…) segua la strada da noi tracciata, come fece nel 2013 accogliendo la nostra proposta di costituirsi parte civile.